In questa nuova tappa della serie “Diventare Sistemista”, ci concentreremo sulla gestione dei sistemi operativi server, una delle competenze fondamentali per qualsiasi tecnico IT. Approfondiremo l’utilizzo dei principali sistemi Linux (Ubuntu Server, Debian, AlmaLinux) e Windows Server, analizzando le differenze, i contesti d’uso e fornendo esempi pratici. Ma prima di parlare dell’installazione e gestione dei sistemi operativi, è fondamentale comprendere come strutturare correttamente l’infrastruttura virtuale.
Gestione dell’Hypervisor su Host Singoli o in Cluster
La gestione degli hypervisor (come Proxmox o VMware ESXi) può avvenire su singoli host o in configurazione cluster, in modo da garantire maggiore disponibilità, scalabilità e facilità di gestione.
Host singolo
- Utilizzato in ambienti di test, laboratori o piccoli uffici
- La gestione è centralizzata sul singolo nodo
- Backup e snapshot locali
Cluster di host
- Due o più server fisici (host) collegati tra loro per bilanciare il carico o garantire l’alta disponibilità (HA)
- In Proxmox: creazione di cluster via interfaccia web o CLI (
pvecm create/nodes/join
) - In VMware: gestione da vCenter, vMotion, DRS, HA
VLAN dedicata per la gestione
Per motivi di sicurezza e separazione del traffico, è buona pratica assegnare una VLAN dedicata alla gestione degli hypervisor e dei server, specialmente se si usano cluster o si gestiscono infrastrutture critiche (es. zona demilitarizzata – DMZ):
- Esempio:
- VLAN 10 → LAN
- VLAN 20 → Server DMZ (web, DNS, ecc.)
- VLAN 99 → Management (Hypervisor, Console Web, SSH)
- Configura gli switch affinché le porte trunk trasportino le VLAN necessarie verso gli host
- Su pfSense o firewall dedicato, imposta regole restrittive tra VLAN (es. solo amministratori possono accedere alla VLAN 99)
Questa segmentazione consente di mantenere separati:
- Il traffico di gestione (hypervisor, backup, storage)
- Il traffico tra VM e utenti
- Le zone esposte (es. DMZ)
🐧 Linux Server: libertà, controllo e affidabilità
I sistemi basati su Linux sono estremamente diffusi per server web, infrastrutture di rete, database e molto altro. Tra le distribuzioni più utilizzate in ambito server troviamo:
- Ubuntu Server: semplice, documentato e aggiornato regolarmente. Ottimo per ambienti cloud e applicazioni web.
- Debian: noto per la stabilità, ideale per sistemi critici.
- AlmaLinux: derivato da Red Hat, adatto per applicazioni aziendali e ambienti enterprise.
Attività comuni su Linux server:
- Aggiornamento pacchetti (
apt
,dnf
,yum
) - Gestione utenti e permessi
- Servizi di rete: SSH, DNS, DHCP, Samba, Apache/Nginx
- Montaggio dischi e configurazione backup
- Monitoraggio con strumenti come
htop
,netstat
,journalctl
Esempio di installazione (Ubuntu Server):
sudo apt update && sudo apt upgrade
sudo apt install openssh-server net-tools
🪟 Windows Server: compatibilità e integrazione aziendale
Windows Server viene scelto spesso in ambienti Microsoft-centrici, per la gestione di domini, Active Directory, file sharing e servizi aziendali.
Le versioni più comuni:
- Windows Server 2016/2019/2022
- Ruoli principali: AD DS, DHCP, DNS, File Server, Hyper-V
Attività comuni:
- Installazione ruoli e funzionalità via Server Manager o PowerShell
- Gestione utenti e gruppi (Active Directory)
- Backup e ripristino
- Monitoraggio eventi e utilizzo risorse
Esempio con PowerShell:
Install-WindowsFeature -Name AD-Domain-Services
Ambienti misti e scenari reali
Molte infrastrutture moderne sono miste: server Linux per servizi web/database, Windows Server per AD e servizi di dominio.
Integrazioni comuni:
- Linux client su dominio Active Directory
- Condivisione file tra Samba e File Server
- Backup centralizzati (es. con Veeam o Rsync)
- Monitoraggio unificato con Zabbix o Grafana
Installare un sistema operativo su una macchina virtuale (VM)
Collegare un datastore per ISO e macchine virtuali
Prima di installare un sistema operativo, è fondamentale disporre di uno spazio dedicato dove salvare le ISO, i dischi virtuali delle VM e i backup. Questo spazio viene chiamato datastore.
In Proxmox VE:
- Puoi collegare un disco secondario, un NAS via NFS o SMB, oppure uno storage LVM dedicato.
- Vai su
Datacenter → Storage → Add
e scegli il tipo (Directory, NFS, CIFS, LVM…) - Assegna un nome e specifica il percorso o l’indirizzo di rete (es.
/mnt/data
,192.168.1.10:/nfs/proxmox
) - Seleziona cosa ospitare: ISO, VZDump backup, disk image, container ecc.
In VMware ESXi:
- Vai in
Storage → Datastore → New Datastore
- Scegli tra:
- VMFS su disco fisico locale
- NFS per storage di rete
- vSAN se configurato in cluster
- Puoi anche montare un datastore esistente in rete per condividere ISO tra più host
Avere uno o più datastore separati ti consente di:
- Organizzare al meglio i file delle VM
- Eseguire snapshot e backup su volumi dedicati
- Aumentare la resilienza e semplificare la gestione
Che si tratti di Linux o Windows Server, l’installazione in ambiente virtualizzato (su hypervisor come Proxmox, VMware ESXi, VirtualBox o Hyper-V) è una pratica comune per ambienti di test e produzione.
✅ Esempio – Installazione Ubuntu Server su Proxmox:
- Scarica l’ISO dal sito ufficiale: https://ubuntu.com/download/server
- Carica l’ISO nella sezione local > ISO Images di Proxmox
- Crea una nuova VM:
- CPU: 2 core
- RAM: 2 GB
- Disco: 20 GB (LVM o directory)
- CD-ROM: seleziona ISO Ubuntu
- Scheda di rete:
vmbr0
(modalità bridged)
- Avvia la VM e segui il processo guidato di installazione
- Dopo l’installazione, connettiti via console o SSH e inizia la configurazione
✅ Esempio – Installazione Windows Server su VMware ESXi:
- Scarica l’ISO da Microsoft Volume Licensing Service Center o Evaluation Center
- Carica l’ISO nella datastore
- Crea una nuova VM:
- Guest OS: Windows Server 2019/2022 (64 bit)
- CPU: 2 vCPU
- RAM: 4 GB
- Disco: 40 GB
- Scheda di rete: VM Network
- Monta l’ISO e avvia la VM
- Segui il wizard di installazione, poi attiva Windows e configura i ruoli desiderati
Questi ambienti virtuali sono fondamentali per fare pratica e testare le funzionalità prima del deployment in produzione.
Buone pratiche operative
- Documentare ogni configurazione
- Automatizzare con script e cron/Task Scheduler
- Isolare servizi su VLAN dedicate
- Aggiornare regolarmente con rollback pianificati
- Testare prima in ambienti virtualizzati
📚 Documentazione ufficiale
Per approfondire ulteriormente, ti consigliamo di consultare le documentazioni ufficiali dei sistemi e strumenti trattati:
- Ubuntu Server: https://ubuntu.com/server/docs
- Debian: https://www.debian.org/doc/
- AlmaLinux: https://wiki.almalinux.org/
- Windows Server: https://learn.microsoft.com/en-us/windows-server/
- Proxmox VE: https://pve.proxmox.com/wiki/Main_Page
- VMware ESXi: https://docs.vmware.com/en/VMware-vSphere/index.html
Conclusione
La gestione dei sistemi operativi server richiede precisione, pianificazione e conoscenza approfondita degli strumenti. Essere in grado di operare su Linux e Windows consente al sistemista di adattarsi a ogni contesto lavorativo.
Nel prossimo articolo parleremo di monitoraggio infrastrutturale, strumenti open source per il controllo delle performance e delle anomalie nei sistemi.